Puoi scaricare il testo della Carta di Nizza cliccando qui per il PDF (o anche in word).
Una versione spiegata e annotata scaricabile cliccando qui.
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, detta anche Carta di Nizza, è stata solennemente proclamata una prima volta il 7 dicembre 2000 a Nizza e una seconda volta, in una versione adattata, il 12 dicembre 2007 a Strasburgo da Parlamento, Consiglio e Commissione.
Con l’entrata in vigore del “Trattato di Lisbona”, la Carta di Nizza ha il medesimo valore giuridico dei trattati, ai sensi dell’art. 6 del Trattato sull’Unione europea, e si pone dunque come pienamente vincolante per le istituzioni europee e gli Stati membri e, allo stesso livello di trattati e protocolli ad essi allegati, come vertice dell’ordinamento dell’Unione europea.
Essa risponde alla necessità emersa durante il Consiglio europeo di Colonia (3 e 4 giugno 1999) di definire un gruppo di diritti e di libertà di eccezionale rilevanza e di fede che fossero garantiti a tutti i cittadini dell’Unione.
Storia della tutela dei diritti fondamentali in Europa
Sino all’approvazione della Carta dei diritti di Nizza, la protezione dei diritti fondamentali nelle Comunità europee (dopo il Trattato di Maastricht, Unione europea) fu quasi esclusivamente il prodotto della giurisprudenza della Corte di Giustizia.
Il Trattato di Roma non conteneva alcun riferimento ai diritti fondamentali. Tuttavia, già con la sentenza Stauder, C-29/69 del 1969, la Corte di Giustizia ebbe ad affermare che i diritti fondamentali “fanno parte dei principi generali del diritto comunitario, di cui la Corte garantisce l’osservanza”.
Successivamente, nella celebre sentenza Internationale Handelsgesellschaft, C-11/70 del 1970, la Corte chiarì che la tutela dei diritti fondamentali nell’ambito del diritto comunitario è ispirata “alle tradizioni costituzionali comuni agli stati membri” e deve essere garantita “entro l’ambito della struttura e delle finalità della Comunità.
Sulla base di questi principi, negli anni seguenti la Corte sviluppò, senza alcuna base testuale nei Trattati istitutivi delle Comunità europee, un catalogo di principi e diritti fondamentali di diritto comunitario che comprende, a titolo di esempio, il principio di proporzionalità, il diritto di proprietà e la libertà di iniziativa economica, il principio di eguaglianza, la libertà di religione, la libertà sindacale, la protezione dell’affidamento legittimo, la certezza del diritto, ecc.
Sviluppando una giurisprudenza sui diritti fondamentali, la Corte di giustizia intendeva sottrarre l’applicazione del diritto comunitario al controllo sul rispetto dei diritti fondamentali esercitato dai giudici nazionali. Al tempo stesso, la Corte stava gettando le basi per la Carta dei diritti di Nizza, che costituisce in gran parte una compilazione e un consolidamento della sua giurisprudenza in tema di diritti fondamentali.